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1. Le Piante Cactacee

Le piante cactacee (o anche solamente cactus), dal greco antico κάκτος kaktos, (con cui ci si riferiva ad alcune specie di cardi) sono delle piante xerofite che comprendono circa 3000 specie e 120 categorie presenti naturalmente in tutto il continente Americano.

Sono utilizzate soprattutto come piante ornamentali. I loro fusti si sono adattati a condizioni climatiche aride diventando succulenti e fotosintetici così da poter conservare l’acqua e resistere ai lunghi periodi di siccità. Le foglie, come in tutte le piante della loro specie, si sono trasformate in spine così da non disperdere l’acqua necessaria alla loro sopravvivenza.

Caratteristiche delle Cactacee

Le cactacee sono piante succulente dalle dimensioni e dalle forme geometriche molto diverse tra loro; possono essere sia piccole e globose, e con un’altezza massima di 1 centimetro – come la Blossfeldia Lilliputiana -, oppure grandi e colonnari come il Pachycereus Pringlei, pianta che può raggiungere anche un’altezza massima di 19 metri. I fiori, generalmente bisessuali, nascono dalle areole e sono spesso più grandi rispetto al fusto e alle foglie. Molte specie di cactus hanno la fioritura notturna a causa dell’impollinazione di piccoli insetti o animali notturni come i pipistrelli. 

Una delle caratteristiche di questo genere di piante (più spesso indicate col nome generico di cactus) è quella di avere delle gemme latenti ricoperte di lanugine, ma molto più spesso di foglie più o meno trasformate in spine a cui è stato attribuito il nome di areola . Alcune di queste piante Cactacee sono epifite, cioè che si sono stabilite sulle altre piante utilizzandole come sostegno e non come fonte di nutrimento, ed è possibile trovare questo genere più generalmente nelle foreste tropicali e subtropicali.

Questa loro caratteristica è dovuta al fatto che in questo tipo di foreste la vegetazione è estremamente fitta. Non avendo la possibilità di esporsi alla luce del sole si sviluppano in altezza così da permettere al fogliame di ricevere sufficiente quantità di luce. Utilizzano i rami o i tronchi alti di piante ospiti ancorandosi a loro tramite radici adesive o aggrappanti così da creare un habitat sopraelevato. Grazie a questa caratteristica sono anche soprannominate piante aeree.

Distribuzione geografica

La famiglia delle Cactacee si diffonde naturalmente quasi esclusivamente nel continente americano, dove è possibile trovare degli esemplari dal Canada fino alla Patagonia, dove si concentra soprattutto nelle steppe, nelle praterie e nei semideserti, fino anche ad ambienti caldo-umidi tipici delle foreste tropicali e subtropicali. Esiste anche un’unica specie spontanea nell’Africa centrale, in Madagascar e nello Sri Lanka chiamata Rhipsalis Baccifera. Le specie introdotte dall’uomo in continenti come Europa, Africa, Australia e Asia si sono naturalizzate diventando in alcuni casi delle vere e proprie infestanti.

In Italia le cactaceae più rappresentative sono relative ad alcune specie di Opuntia, lsoprattutto la Opuntia ficus-indica, diffusa soprattutto in SiciliaToscanaCalabria, Liguria, PugliaSardegna e lungo i versanti soleggiati e protetti di tutta la costa italiana. È possibile trovare anche numerosi esemplari di Cereus e di Hylocereus, piante che continuano a diffondersi spontaneamente in tutti i territori del sud.


Utilizzo


La piante di questa famiglia sono coltivate soprattutto a scopo ornamentale e i loro frutti sono quasi sempre commestibili. Il fico d’india, ad esempio, è il frutto prodotto dall’Opuntia ficus-indica, che ha origine in Messico, ma che si è ormai diffusa in tutti i paesi a clima mite, compresa l’Italia, e soprattutto in Sicilia. Vi è anche il Pitaya, di origine boliviana e conosciuto anche come Dragon Fruit.

Alcune Cactacee colonnari sono utilizzati in Argentina per la costruzione di siepi e recinzioni. In altri paesi delle Ande alcune specie arborescenti vengono utilizzate per produrre legname leggero usati per creare piccoli manufatti e mobilia.

La Lophophora Williamsii invece è la maggiore rappresentante dei cacti allucinogeni o peyote, ed usata durante rituali nella Chiesa nativa americana altre cactacee allucinogene appartengono al genere Pelecyphora e Trichocereus (San Pedro cactus).

L’assunzione e la detenzione di piante appartenenti alle specie allucinogene è perseguibile dalla legge.

Come coltivare le Cactacee

In generale i cactus prediligono sempre terreni leggeri, aerati e che possano avere un buon drenaggio. La caratteristica principale deve essere la presenza di una forte componente di natura minerale. Come ad esempio il lapillo e la pomice, e non gradiscono molto i terreni a prevalenza “organica”. Esistono poi alcune specie come: EpiphyllumHylocereus, Aporocactus, Schlumbergera, Zygocactus che amano terricci prevalentemente organici, in quanto si sono adattati a vivere nelle foreste.

Il periodo di crescita dei cactus avviene durante la fase primaverile ed estiva, e corrisponde proprio al periodo in cui vanno annaffiate più spesso. Al contrario durante l’inverno occorre evitare le annaffiature per evitare l’interruzione del riposo vegetativo, cosa che può recare danni all’apparato radicale. Queste piante in generale non hanno bisogno di molta acqua, è importante non esagerare e controllare sempre che il terreno che le ospita sia abbastanza asciutto.

Le Cactacee sono generalmente piante che preferiscono un’esposizione diretta ai raggi del sole e un ambiente arido. Essendo degli organismi originari delle zone desertiche hanno un’ottima resistenza alle basse temperature anche se tendenzialmente non vanno esposte a temperature inferiori ai -15°C.

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